Agricoltura, “Lavoro nel settore primario, c’è ancora molto da fare”


“L’agricoltura in Italia e in Europa rappresenta certamente una colonna fondamentale dell'economia e della società, contribuendo alla sicurezza alimentare e alla sostenibilità ambientale. Tuttavia, affronta oggi sfide importanti, con grandi opportunità all’orizzonte, che richiedono una azione congiunta tra istituzioni, imprenditori, lavoratori e stakeholders. In questo contesto, sospeso tra presente e futuro, una delle grandi criticità è, in primis, la carenza di manodopera qualificata, che non è stata assolutamente colmata dal decreto Flussi e quindi dall’ingresso di quei lavoratori stranieri che possono entrare in Italia per motivi professionali vista e considerata che la quantità prevista dalla legge risulta esigua rispetto alle reali ed effettive esigenze del mondo agricolo. Nonostante la domanda crescente di prodotti, dunque, molte aziende faticano a trovare personale con competenze tecniche adeguate, in grado di rispondere alle nuove esigenze legate all'innovazione tecnologica e alla sostenibilità ambientale. È quindi fondamentale investire in formazione e sviluppo professionale per attrarre giovani e favorire la transizione generazionale. Più in generale, poi, è necessario riqualificare il lavoro agricolo non solo dal punto di vista economico-produttivo ma anche e sopratutto dal punto di vista sociale, visto il ruolo centrale delle aziende agricole che producono terrete alimentari genuine e di qualità. Altra questione importante è quella delle condizioni di lavoro. La protezione dei diritti dei lavoratori agricoli e la lotta al caporalato restano priorità assolute della agenda istituzionale. In tal senso, non basta partorire leggi su leggi, quasi in un circolo senza fine, ma bisogna mettere in campo maggiori controlli sul rispetto dei contratti e delle normative vigenti per garantire salari equi e condizioni lavorative dignitose. Infine, ma non meno importante, ecco la sostenibilità economica delle imprese agricole, già messa in ginocchio dalla crisi e adesso alla prova dal cambiamento climatico, dall’instabilità dei mercati e dall’aumento dei costi di produzione. Insomma, è chiaro ed evidente, che nel nostro Paese come in Ue, servono politiche agricole più concrete, incentivi fiscali e strumenti finanziari ad hoc per aiutare le aziende a restare competitive e valorizzare un’agricoltura più green. Non dimentichiamoci infatti che le basi della nostra cultura, delle sue bellezze artistiche sono tutte lì, nella terra che gli agricoltori hanno coltivato e coltivano tutti i giorni con amore e passione”. 


Così, in una nota, Andrea Tiso, presidente nazionale di Confeuro, la Confederazione degli agricoltori europei e del mondo.

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